E' importante capire alcuni aspetti fondamentali quando ci troviamo ad operare, fra
questi:
- il contesto
lavorativo all’interno del quale agisce,
- i soggetti con cui
esplicano le proprie attività,
- le figure con cui ci “muoveremo” durante la stagione turistica, oltre naturalmente ai propri
ospiti.
Le figure
professionali del turismo operano suddivise in 4 categorie principali:
1.
Offerta
Turistica:
programmatore
turistico, promoter turistico, direttore tecnico di agenzia di viaggi, operatore
di agenzia viaggi;
2.
Ricettività:
direttore di albergo,
responsabile dei servizi di ricevimento o di alloggio;
3.
Ristorazione:
responsabile dei
servizi di ristorazione, chef, cuoco, cameriere, barman, sommelier;
4.
Servizi
al Turista. In quest’ultima voce sono compresi i servizi:
-
Balneari
(direttori di stabilimento e assistenti bagnanti);
-
di
accompagnamento (guida turistica, speleologica, alpina, naturalistica,
accompagnatore turistico);
- congressuali
(operatori congressuali);
- di
animazione.
Oggi ognuna di queste
figure si trova ad operare in un importante mercato in evoluzione che deve
necessariamente tenere conto di una questione delicata: lo Sviluppo Turistico
Sostenibile.
Lo sviluppo turistico
ha bisogno di essere pianificato e gestito in maniera tale da:
- essere
sostenibile e raggiungere uno sviluppo di lungo termine;
- riuscire
a bilanciare i bisogni dei visitatori con quelli delle comunità locali.
Come sottolineato in Brasile nella Conferenza di Rio de Janeiro del 1992, se è vero che il turismo è
in grado di generare crescita economica e occupazionale, è altrettanto vero che
esso può causare problemi ambientali e sociali notevoli. A questo proposito, in
Italia, il Ministero dell’Ambiente co-finanzia luoghi reali e virtuali di
discussione e confronto oltre a dotare alcuni territori di strumenti di
monitoraggio e studio dei fenomeni turistici in un’ottica di sostenibilità[1].
Gli animatori dunque,
così come ogni altra figura professionale turistica, devono contribuire a
rendere il turismo un elemento di valorizzazione e non di consumo della qualità
ambientale, stando attenti a rispettare l’ambiente durante le attività e
sensibilizzando i propri ospiti sulle tematiche dello sviluppo sostenibile,
quando se ne avverta la necessità.
[1] Un esempio è
dato dall’Osservatorio per il Turismo Sostenibile – EdATS, Università degli
Studi di Siena a Grosseto.
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